Vieni con me a celebrare il fatto che ogni giorno qualcosa prova a
uccidermi, ma io la blocco.
Lucille Clifton
Se c’è una cosa che abbiamo in comune noi donne e ragazze sopravvissute ad una relazione abusiva, è il sentirci dire frasi aberranti da chi ci circonda.
Affermazioni giudicanti, consigli non richiesti, consolazioni non necessarie, espressioni minimizzanti e il non detto degli sguardi pietistici.
Mi rendo conto che chi ha avuto solo relazioni sane nella vita possa far fatica a credere che in un rapporto ci sia spazio per l’abuso. Eppure l’abuso emotivo nella coppia esiste e può succedere a tutte di sperimentarlo. Può succedere a donne colte, ricche, bellissime, forti, può succedere alle psicologhe, alle psichiatre, alle avvocatesse, alle mamme, alle nonne, a chiunque.
Chiunque si trovi ad affrontare una conversazione con una sopravvissuta ad una relazione emotivamente violenta non dovrebbe mai pronunciare queste sette frasi:
1.<<Perché non l’hai lasciato subito?>>
Di certo è la frase cult, quella che ci si sente dire con più frequenza.
Non fa mai male ribadire che la violenza psicologica è agita in modo subdolo, sottile e a piccole dosi all’inizio; ma in modo così ripetitivo e costante che è improbabile che chi la subisce si accorga dei cambiamenti in atto su sé stessa e nella relazione.
I partner abusivi, i manipolatori e predatori, non si mostrano subito per quello che sono davvero. Gli inizi sono sempre idilliaci e quando la loro maschera cade e la loro vera natura esce fuori si è già coinvolte, esauste e con molta probabilità isolate. Inoltre, la decisione di restare in una relazione abusiva e malata è molto spesso dettata dalla paura. Molte donne temono la reazione dei loro partner, hanno paura di mettere i propri figli in pericolo, altre non hanno un’indipendenza finanziaria.
- <<Non mi va di sentirne parlare>>
Ci sono persone a cui non piace affrontare conversazioni pesanti, si sentono a disagio anche solo a sentir parlare di abuso. Così si tengono lontane da questi temi per proteggere la loro salute mentale e la loro energia, ed hanno tutto il diritto di prendere questa decisione per se stesse. Quando si chiude una relazione abusiva però non si ha bisogno di altro che di raccontare la verità sulla relazione e sull’ex abusante. Fiumi di parole necessarie che ti liberano e aiutano a fare chiarezza e ti fanno sentire meno sola. Essere capita sarà difficile all’inizio, sono poche le persone informate sulla violenza psicologica, la manipolazione relazionale e le dinamiche delle relazioni abusive. Eppure, le persone che vale la pena tenersi strette nella vita, pur non comprendendo, non si rifiuterebbero mai di ascoltarti. Quello che ho sentito di fare, e che ho fatto, in questa situazione, è stato allontanare tutti coloro con i quali non mi sentivo libera di aprirmi. Allontanare per chi mi ha giudicata per quello che ho vissuto, chi mi ha fatta sentire strana e ancora più sola. E’ stata la cosa migliore che potessi fare. Mi ha aperto nuove strade a nuovi incontri, con persone più meritevoli del mio tempo. Un’inevitabile e sorprendente selezione naturale.
Sentiti libera di fare tutto ciò che possa essere utile alla tua guarigione. Se dopo la fine di una relazione abusiva, parlare ogni giorno delle violenze e delle manipolazioni che hai vissuto ti aiuta a fare chiarezza e dare significato a ciò che è successo, non trattenere neanche una parola.
3.<<Sei sicura di quello che dici? Sei certa che lui triangolasse con la tua migliore amica? Magari è stata soltanto la tua impressione o il frutto della tua gelosia! >>
NO COMMENT! Quante volte che mi sono sentita dire questa frase. Dai migliori amici, dal mio ex professore di 60 anni, da colleghi.
Credi sempre alle tue percezioni, vedi sempre la realtà con i tuoi occhi.
- <<Non posso credere che un tipo come lui si sia comportato così. >>
Affermazioni del genere destabilizzano, implicano una totale mancanza di fiducia in chi, con enorme coraggio, sta raccontando una scomoda verità su sé stessa. Ricorda che spesso gli abusi avvengono a porte chiuse, tra le mura domestiche e che i manipolatori sono dei camaleonti; riescono sempre a guadagnarsi rispetto e simpatia nella loro cerchia di amici, riservando la loro natura crudele alle partner. E’ importante ascoltare in modo attivo chi coraggiosamente confida dettagli dolorosi sulla propria storia.
5.<<Non sarai stato tu a provocarlo?>>
Da sempre e per sempre, l’unica colpa della violenza (psicologica, fisica e finanziaria) è da attribuire solo e soltanto all’abusante. Quando ci si vuole impelagare in una conversazione talmente delicata è meglio concentrarsi sull’effetto del comportamento di qualcuno, piuttosto che sulle cause scatenanti (che nel 100% dei casi sono da attribuire a chi agisce la violenza).
- <<Non sarai tu troppo sensibile?>>
Minimizzare un abuso è una forma di maltrattamento. Quando non si sa cosa dire è meglio non proferire parola. Anche quando si crede di conoscere il partner della nostra amica, non è detto che lo si conosca davvero. Quello che mostra a te potrebbe essere l’opposto di quello che succede nell’ intimità di coppia.
- <<Ma come? Tu sei così forte! Non può essere successo a te!>>
La violenza in tutte le sue forme è un fenomeno trasversale che non risparmia nessuno. Nessuna personalità forte, nessuna appartenenza ad un ceto sociale può garantire l’impermeabilità totale a questi soggetti e a queste dinamiche.
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