“Non si invidia una donna altrettanto potente e bella, ma la felicità che ad esempio una donna semplice e meno importante possa provare, pur essendo ‘meno dotata’ “
Roberto Pani, Psicologo Clinico
Con il 2017 si è chiuso un annus horribilis dal punto di vista delle amicizie, soprattutto quelle “femminili”. Ogni giorno, nel mio piccolo, mi impegno non solo a diffondere consapevolezze sulla violenza psicologica, informazione sulle forme di manipolazione, il narcisismo maligno e la psicopatia ma anche a sensibilizzare sulla “sorellanza”. Il sostenerci a vicenda tra donne, aiutarci, difenderci invece di chiamarci “troie” e farci sgambetti.
Non potevo immaginare che un’amica dell’adolescenza si rivelasse-dopo più di 10 anni di rapporto-per quello che è davvero e che, nella mia innocenza, non ero mai riuscita a vedere. Che si rivelasse in tutta la sua invidia. (Tra l’altro bellissima da far paura, non mi riferisco all’invidia ancor più spicciola provata per le caratteristiche estetiche di un’altra persona.)
Come si comporta un’amica manipolatrice?
1.Ogni piccola cosa è volta a farti sentire inutile. “Quale gonna mi metto verde o rossa?”Tu le consigli quella rossa? Lei indosserà quella verde. Tutto normale fin qui, se non fosse che con tutte le amiche e tutte le sante volte la scelta non segue mai il consiglio di nessuna. Chiunque ha libertà di scelta, ovvio. Se per dieci anni, con tutte le amiche di cui si circonda, fa così, forse non è un comportamento così spontaneo e innocuo. Una banalissima forma di manipolazione per farti credere che le tue opinioni, i tuoi gusti, i tuoi consigli siano privi di valore.
2.Prova invidia in modo non troppo celato
“Il tuo corso di laurea è più facile, grazie che hai preso un voto più alto!” ”Si ma quella dell’ avvocato è una professione, io ho un titolo in più rispetto a te.”
3.“Dovresti farti il laser”. Ovvero ingigantisce i tuoi difetti e prova a farti venire i complessi. Sull’indice della mano destra ho un piccolo callo con cui vado d’accordissimo, che mi piace perché parla di me e di quello che mi piace fare. Per lei sembra essere un problema.
4.Denigra le tue lotte, le tue battaglie e i tuoi sogni, divertendosi.
Il movimento #metoo per loro è una pagliacciata, le parole per sensibilizzare sul tema della violenza psicologica non servono a nulla, il blog che hai fondato non ha senso:”gra, come diavolo pensi di aiutare a quelle con le parole, me lo spieghi?”
Aveva ragione chi ha scritto che:
“Non dovresti mai lottare con un maiale, perché il maiale nel fango si diverte”.
5.Ti dice che rimarrai sola. Dall’alto della mia esperienza di vita, alla veneranda età di 33 anni, posso affermare con certezza che chiunque faccia un augurio così a qualcuno ha un problema, grave, con sé stessa.
6.Si ricorda sempre con un giorno in ritardo del tuo compleanno o fa finta di dimenticarsene.
Perché la manipolatrice nata vuole che le altre persone si sentano insicure e inferiori.
7.Tutto e il contrario di tutto. Stai tentando di diventare vegetariana? Lei avrà voglia di taglieri di affettati tutte le sante sere!
8.Puntano sulla tua presunta ignoranza o inferiorità per rinforzare la loro immagine di grandezza. Per anni ha iniziato centinaia di discorsi così: “Noi intelligenti siamo più sensibili..” “Gra lo sai, con l’intelligenza che ho io non posso accontentarmi di questo” “Noi intelligenti soffriamo di più”. Inutile dire che io ci avevo creduto al fatto che lei avesse un’intelligenza superiore alla mia, che meritasse di più e fosse più capace. Peccato però che questo è quello che ha voluto farmi credere ma non era la realtà.
9.Tratta i suoi genitori da schifo. Per motivi banali, tutti i giorni o quasi.
10.Deve farsi “bella” solo lei. Deve stare sempre un gradino più in alto rispetto a te. Ebbene sì, tu dovresti stare lì a guardare e ad attendere i suoi comodi. “Ma come anche tu fai la manicure?”. La mattina prima di uscire, ospite a casa tua, lei può impiegare due ore per truccarsi davanti al tuo specchio ma quando finalmente sei riuscita a ritagliarti uno spazietto per mettere la matita nera agli occhi, è improvvisamente tardi. “Ma come ti devi truccare pure tu?”. Era solo la matita per gli occhi, un minuto per disegnare due linee.
Da questa esperienza ho imparato 3 cose importanti:
- Non bisogna raccontare i propri sogni alle menti limitate, alle persone ciniche, a chi prova invidia per il bene degli altri.
“Il sogno ce l’hai dentro. Il sogno parte da dentro. Lo devi avere dentro. Lo devi scovare. Lo devi lustrare come il più bel piatto di argenteria che hai in casa. Lo devi preservare dagli attacchi, dalla mediocrità, dall’invidia.”
P. Crepet
La questione non è se sognare o meno. Tutte e tutti abbiamo il dovere di sognare in grande. Se non avessi avuto dei sogni non sarei mai andata via da un piccolo paese della Basilicata, non avrei sbattuto il sedere sulla sedia per anni per laurearmi, non mi sarei mai trasferita in Cina. Il punto è: a chi raccontare i propri sogni segreti e non? Dobbiamo sbarazzarci dell’innocenza e dalla pigrizia culturale che porta a credere che le persone cattive e invidiose non esistano, dobbiamo smetterla di fidarci ciecamente di tutti o di continuare a dare fiducia a qualcuno soltanto perché fa parte della nostra vita da 19 anni.
- Non bisogna perdersi in spiegazioni e giustificazioni. Con queste amiche manipolatrici investire le proprie forze in un discorso logico per spiegare la propria tesi, la validità dei tuoi progetti, la realizzabilità dei tuoi sogni o l’importanza dei tuoi principi, è una perdita di energia vitale.
- La mia salute vale di più. Dopo il primo comportamento, litigio o discorso ambiguo o denigratorio, fai finta di non aver capito le sue intenzioni provocatorie e cambia discorso o, meglio ancora, dì che hai altro da fare e investi davvero il tuo tempo in qualcosa di più nobile che non ti succhi l’anima e che non mini la tua salute.
”Quando la mente ci rende confusi nel comprendere, la risposta arriva dal corpo. Il corpo segue logiche ineccepibili.” Annalisa Barbier
Non a caso, dopo le varie discussioni avute con questa amica a Lisbona, sono stata male ed un’amica, sana e vera, mi ha dovuta accompagnare in ospedale dove sono stata ricoverata per cinque giorni. Chissà perché la causa di questa assurda infiammazione dei vasi sanguigni non è stata individuata. Chi mi conosce sa che sono sempre scoppiata di salute, mangio cibo sano e faccio sport con passione e regolarità da quando avevo 5 anni. In genere, mi viene l’influenza ogni due anni. Eppure, l’aver reagito emotivamente a certe provocazioni premeditate mi ha sfiancata e indebolita.
“Saper ignorare le persone sbagliate è una competenza per raggiungere risultati.”
Jennifer Lewis
Non lasciare che l’affettività sterile e le amicizie desolate minino la tua salute.
Non permettere a nessuno di manipolare i tuoi sogni.
Resta te stessa, Proteggiti.
Ho un ex amica narcisista e manipolatrice. Ogni punto di un qualsiasi manuale sulla materia sembra fatto su misura per lei. All’inizio è stato come ricevere una secchiata di acqua gelata poi mi sono semplicemente detta: “Lu non farti fregare. Questa è come il petrolio ti invischia e ti affonda.”. Purtroppo non posso non avere contatti con lei per motivi importanti ma li limito il più possibile e ho imparato a essere con lei come lei è con me. ME NE FREGO E LA LASCIO NEL SUO BRODO, tanto il suo teatrino lo recita comunque. È penoso vedere gente che su crede Dio ma che in realtà è vuota e ignorante senza rendersene minimamente conto. Vabbe’ se lei è felice così chi sono io oer impedirglielo. Devo solo preoccuparmi di me. Luisa
Bravissima Luisa, devi solo occuparti di te stessa! Non scendere ai suoi livelli peró, non ricambiare con la stessa moneta. Mettila al suo posto ogniqualvolta tenta di manipolarti o aggredirti psicologicamente. Mantenendo la calma e fingendo una pace inattaccabile, dicendo magari “sono felice che tu abbia un’opinione ma ho cose piu’ importanti a cui pensare e da fare”. Non sprecare piu’ i tuoi pensieri per lei , la tua energia é preziosa. Un abbraccio forte e perdonami se ti ho risposto in ritardo, Grace
Lascio la mia storia come testimonianza per chiunque passi da quest’articolo, tra l’altro illuminante e scritto in un modo precisissimo (complimenti!!).
Ho vent’anni e ormai da cinque anni ho una relazione d’amicizia con una ragazza che rispecchia esattamente i tratti psicologici da lei delineati.
Ci siamo conosciute che eravamo due ragazzine di quindici anni, frequentavamo la stessa scuola superiore e sin da subito siamo diventate amiche: io venivo da episodi di bullismo (avvenuti quando frequentavo la scuola media) e cercavo una persona a cui affidarmi, un pilastro, una “sorella”, figura che essendo anche figlia unica mi era sempre mancata.
Lei sembrava splendida: simpatica, affine a me per interessi e passioni, socievole, con tanti amici. Abbiamo legato immediatamente, avevamo lo stesso bellissimo gruppo di amici che per noi era una famiglia. Vivevo praticamente a casa sua, i suoi genitori mi chiamavano “terza figlia” e il tutto era fin troppo idilliaco per essere, ahimè, reale.
Negli anni purtroppo le ho giustificato tutto. Tutto veniva da me visto sotto la luce del “si comporta così perché mi vuole bene”; “ha un carattere particolare”; “è mia sorella”. I miei genitori, soprattutto mia madre, donna forte e tendenzialmente prevaricatrice, avevano notato tutto, ma io non volevo crederci. I problemi sono iniziati praticamente subito, e io solo col senno di poi ho avuto modo di capire i suoi comportamenti negativi: in un gruppo di amici improvvisamente qualcuno iniziava a starle antipatico, un po’ per invidia, un po’ per torti che millantava di aver subito da questa persona. Qualcuno aveva addirittura come unica colpa l’aver scelto una pizzeria più che un’altra per il sabato sera. Abbiamo iniziato ad isolarci: spesso andavamo a cena da sole, e a me non pesava. O perlomeno, fingevo che non mi pesasse. Col tempo la sua/mia cerchia di amicizie si è ristretta: i nostri amici mi dicevano che ero “la sua schiavetta” ma non volevo crederci. Io la vantavo ovunque e con chiunque, lei di me non parlava mai, anzi se qualcuno pronunciava qualche frase infelice sul mio conto lei si limitava a stare zitta o addirittura ridacchiare. Lei schioccava le dita, io accorrevo, anche quando non mi andava di fare qualcosa. Prima di uscire lei doveva prepararsi per ore, io dovevo rimanere seduta sul divano perché altrimenti “la intralciavo”. Io per ogni cosa pensavo sempre a lei, lei mi includeva ma mai per prima, ma pretendeva che io facessi così con lei. Le persone che le stavano antipatiche senza motivo dovevano stare antipatiche anche a me, guai se osavo dire che avevo conosciuto qualcuno di nuovo. La sua vicinanza, lei che si crede(va) la migliore di tutti in tutto, è stata tossica per me, persona fondamentalmente insicura. Ha stoppato sul nascere una “storiella” con un amico in comune solo perché le dava fastidio, e se le si chiedeva il motivo lei rispondeva “perché è mio amico”, ma in realtà era perché una persona che lei aveva creduto persa per lei, in realtà aveva voluto me.
L’ho vista distruggere diversi gruppi negli anni, intromettendosi in situazioni sentimentali che non la riguardavano, sparlando un po’ di tutti a destra e a manca, iniziando a odiare gente a caso senza alcun motivo reale. E io, stupida, le davo ragione e sparlavo di tutti, non sapendo che le stavo dando materiale per ricattarmi, cose che non pensavo davvero ma dicevo per assecondarla e farla contenta.
Ero la sua estensione: dov’era lei, ero io. Ciò che diceva lei, dicevo io. Scattavo come una gazzella per esaudire i suoi desideri, mettendo da parte me stessa, amicizie e relazioni.
Durante l’ultimo anno delle superiori ha litigato con una ragazza, membro di un quartetto al femminile che avevamo sin dagli albori del liceo. Apparentemente questa ragazza le aveva fatto un GRAVISSIMO torto, che non posso purtroppo descrivere per privacy, ma il vero spavento l’ho provato quando ho scoperto che il torto che lei diceva di aver subito (utilizzando termini come “bullismo”, “esclusione”) in realtà era stata lei stessa a farlo a questa ragazza. Aveva rivoltato tutta la situazione, intessendo una tela sottile di menzogna e manipolazione psicologica.
Come da copione, anch’io mi sono allontanata da quest’amica in comune, e conseguentemente da tutti gli altri amici del gruppo con cui uscivamo, chiaramente fedeli a questa ragazza perché TUTTI a conoscenza della verità.
Siamo rimaste sole, io e lei come sempre. Io che la difendevo a spada tratta, lei che mi succhiava via anche l’ultimo granello di briosità e spontaneità che possedevo.
All’università siamo finite insieme, e abbiamo conosciuto entrambe una nuova ragazza, che lei è stata capacissima di ammaliare, formando un nuovo trio: io mi sentivo soffocare. Questa ragazza stava sempre dalla sua parte, anche nei piccoli screzi quotidiani che col passare del tempo aumentavano, perché affascinata dalla potenza di “lei”. Mi sentivo sempre più sola e non capita. I problemi non hanno tardato ad arrivare: la gelosia di “lei” ha creato una frattura irreparabile. Questa terza ragazza si è fidanzata con un bravissimo ragazzo che secondo “lei” l’aveva desiderata, e che sempre “lei” sosteneva di aver desiderato; ha iniziato a prendere voti più alti di lei all’università; si è avvicinata tantissimo a me perché ci siamo scoperte uguali, due empatiche, un po’ malinconiche, ma con tanta voglia di fare.
Lei continuava a rodere e a lanciare piccoli assist a questa ragazza che secondo lei stava rovinando il nostro splendido rapporto a due. L’apice si è ottenuto quando io mi sono operata di rinosettoplastica (il complesso che negli anni avevo avuto, causato anche da svariati episodi di bullismo alle medie, era proprio quello di avere un naso bruttissimo): lei è stata capace di dire, ad altri amici in comune dell’università, che mi ero “rifatta il naso” per averlo uguale al suo, quasi spaventata dall’idea che qualcuna oltre lei potesse essere reputata carina. Neanche il tempo di digerire questa coltellata nel fianco, che ne arrivò un’altra: venni selezionata dall’università per uno scambio all’estero, e lei non riuscì neanche a dirmi brava. Quando glielo raccontai, lei fece finta di non aver sentito e continuò a parlare dei fatti suoi.
In realtà è sempre stato così: negli anni ha avuto pochissimi momenti di lucidità in cui mi ha dato dei consigli veri, o in cui è stata davvero felice per me. Lei però deve avere tutto: festeggiamenti per il compleanno della durata variabile da 3 a 5 giorni, urletti di felicità e dedizione totale per ogni suo successo, consigli a qualsiasi ora del giorno e della notte. E guai se osi non venerare la regina.
Con i ragazzi è anche peggio: mette divieti su chiunque pensi sia carino (o ricco, che è ancor peggio), così se un giorno dovesse mai venirle lo sghiribizzo di frequentarlo, nessuna deve averlo fatto prima di lei; tratta malissimo ragazzi davvero innamorati di lei, facendoli soffrire e illudendoli, e spesso mi ha usata come tramite con amici in comune (ed è sempre finita con me che litigavo con “lui” per difenderla e “lei” che passava per il cucciolo bastonato).
Quando, anche grazie all’aiuto della terza ragazza (che intanto aveva capito come lei fosse fatta e se n’era allontanata rapidamente), ho il coraggio di prendermi la mia indipendenza, succede il putiferio: al grido di “tu mi hai usata per popolarità”; “ora vuoi avere con lei il rapporto che avevi con me”; “tanto danno tutti ragione a me”; “io ti ho messa sempre al primo posto e tu mai”, litighiamo. Cioè, lei litiga con me. Addirittura io avevo litigato col mio migliore amico (uno di quelli che mi pregava di allontanarmi da lei) e lei ci si è vista per aggiungere benzina sul fuoco (come lui mi ha tristemente confessato tempo dopo).
Riesce a trascinare dalla sua parte, intessendo la solita tela di cattiveria e bugie, un po’ di persone, e a me, per la serenità mia (all’università e fuori), e per l’equilibrio del gruppo di amici, non resta che “chiarire”. Un chiarimento che ad oggi è stato inutile: lei odia più che mai l’altra ragazza di cui io ora sono amicissima, continua a stressarmi cercando di richiamarmi all’ordine e io sono costretta a trovare escamotage per fare ciò che voglio con chi voglio, e come ho saputo più volte continua a mettermi in cattiva luce con chiunque le capiti a tiro. Quando parla del nostro litigio, lo racconta al contrario: dà la colpa a me, all’altra ragazza, a chiunque men che a lei stessa. Non capisce le sue colpe, o forse le conosce bene ma non le fa mica comodo ammetterle.
Questa persona meschina, egoista, egocentrica, purtroppo ha tanti “amici”: è bravissima nell’apparire umile e generosa, povera vittima del mondo, dispendiosa in termini di regali materiali ed energie, gattamorta con gli amici maschi per tenerli sotto scacco e farseli alleati in previsione di sparlaggi e litigi, oltre che chaffeur per accompagnarla di qui e di lì. In men che non si dica ha conquistato il gruppo di amici dell’università, di cui aveva parlato male per mesi e che non voleva frequentare (costringendomi spesso a discutere o a rimanere con lei), creando una situazione insostenibile.
Le persone che se ne sono liberate vivono meravigliosamente, chi ancora non ci riesce e non può come me vive di sicuro meglio di prima ma sempre con l’ansia in corpo che lei scateni il putiferio, che lei abbia la capacità di isolarti, di ridurti in cenere, di farti avere paura di frequentare ambienti che appartengono anche a te, amici che appartengono anche a te.
Sono straconvinta che esista il karma e la giustizia divina. Spero tu ti sia allontanata dalla persona che stavi frequentando quando hai scritto questo commento. E che tu stia bene. Grazie mille per il tuo contributo! Grace ^