
Non ti picchia ma quando è nervoso, turbato o troppo annoiato ti dice che non vali niente. Magari in presenza degli altri si comporta come un principe e a casa ti dice ripetutamente che sei grassa e fai schifo. Dice di essere felice che tu abbia un lavoro ma poi si impossessa del tuo stipendio e ti mette a disposizione solo qualche decina di euro a settimana, giusto l’indispensabile per non farti crepare di fame. Magari non alza le mani ma tira pugni al muro e lancia oggetti per aria quando si arrabbia.
Forse non arriva a questo tipo di violenza indiretta ma fa una cosa altrettanto schifosa e abusiva: regola le tue attività quotidiane.
- vuole decidere nei minimi particolari come devi pulire, sistemare le cose in dispensa, disporre il cibo in frigo
- vuole che smetti di frequentare certe amiche o ti mette così in imbarazzo durante le uscite di gruppo che sarai tu stessa a decidere di tagliare i ponti con tutti per evitare che risucceda
- non ti permette di truccarti o vestirti come cavolo ti pare e piace
- ti inculca paura con i suoi sbalzi di umore imprevedibili
Il tutto volto a stabilire un controllo di tipo autoritario e instillare la più assoluta subordinazione.
Questo è il controllo coercitivo: una forma di abuso.
È fatto di comportamenti ripetuti che hanno l’obiettivo di limitare la libertà dell’altra\o. Può verificarsi in qualsiasi relazione intima ( tra fratelli, amici, compagni di scuola, fidanzati, colleghi).
Il concetto di Controllo Coercitivo è stato coniato dallo Psicologo Stark Evan per descrivere ”un tipo di controllo del modo in cui una donna affronta la propria vita quotidiana” che genera:
- paura
- torpore emotivo
- disturbi del sonno
- problemi di concentrazione
- sensazione di incompetenza intellettuale
Fonti:
- Invisible Chains: Overcoming Coercive Control in Your Intimate Relationship, Lisa Aronson Fontes
- Coercive Control: How Men Entrap Women in Personal Life, Evan Stark
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