“Ho sentito troppo per poter continuare a sentire.
Mi si è esaurita l’anima. E’ rimasta solo l’eco dentro di me.”
(Fernando Pessoa)
A molte persone capita che dopo essere state travolte da una situazione di forte stress, traumi emotivi (tra cui la dipendenza psicologica) o violenze, si ritrovino non solo a fare i conti con il “non voglio affezionarmi piu’ a qualcuno per paura di stare male di nuovo”, ma anche con un periodo di totale insensibilita‘. Non solo a potenziali nuovi partner, ma anche a famigliari e amici.
DEFINIZIONE
Ma cosa vuol dire essere insensibile? La defininizione la troviamo sotto la parola “anaffettivita‘”, su dizionari e enciclopedie viene considerata “l’incapacità da parte dell’individuo di provare o produrre affetti. Si tratta di incapacità, più o meno patologica, di provare emozioni o di esprimere le emozioni che si riescono a provare e che quindi restano represse e non espresse. Ciò che ne consegue è una percezione distorta della realtà. Si possono sviluppare credenze patogene per cui l’individuo pensa di non dover dare o ricevere affetto perché non lo merita o ne ha paura, distaccandosi cosi dalla realta’”.
PRIGIONIERA DI TE STESSA
Se sei stata vittima di violenza fisica o psicologica, il raggiungimento di uno stadio di indifferenza verso l’individuo violento viene percepito come una vittoria. E’ chiaro che se ti accorgi di non provare piu’ nulla per quella persona che un tempo tanto amavi ma che ti ha fatto soffrire, non puo’ essere che una grande meta raggiunta, un passo avanti verso una nuova te stessa.
Ma cosa succede se questo tipo di indifferenza sfocia anche nelle relazioni che stai vivendo nella tua vita? Cosa succede se quando finalmente senti di poterti aprire a qualcuno e ricominciare una nuova relazione, ti accorgi che le persone che incontri non ti prendono emotivamente? Non riesci a sentire quel battito che nella tua relazione precedente ti aveva fatto credere di aver trovato l’amore della tua vita, le frasi sdolcinate e carine non fanno presa, i complimenti non ti fanno ne’ caldo ne’ freddo. Insomma, non senti nulla verso questa persona. Allora passi oltre, ti dai ancora tempo, aspetti che le cose migliorino e se non lo fanno ritenti con un’altra persona. Ed ancora ed ancora, la stessa storia: non riesci a provare nulla. Per nessuno.
Non riesci a trovare qualcuno che ti faccia palpitare il cuore, nessuno che desideri vedere spesso, nessuno con cui desideri trascorrere del tempo insieme. Ti ritrovi a fare i conti con il tuo cuore che sembra essere diventato insensibile a tutto, persino alle feste con i tuoi amici ti annoi, non riesci a farti coinvolgere nei loro discorsi. Nulla di nulla.
E tu d’altrocanto non ti aspetti piu’ nulla dalla gente, non ti aspetti che qualcuno tenti di aiutarti, non ti aspetti che qualcuno ti capisca. Sei prigioniera ancora una volta di uno scudo che pero’ ti sei creata da sola, che ti protegge da tutto (forse un po’ troppo) e ti impedisce di affezionarti ancora. Ti ritieni persino senza cuore, sai bene che a qualcuno questa tua freddezza risulta assurda e sai bene che potresti ferire, ma non ti importa. Non ti importa dei sentimenti altrui, solo dei tuoi. L’importante e’ proteggere te stessa da altre dolorose esperienze.
EVOLVITI
Riaprire il cuore e’ difficile, anche se ti senti pronta a volte puo’ risultare molto difficile metterlo davvero in pratica. L’importante in questi casi e’ non cadere nell’abisso delle domande del tipo: “E se non riuscissi piu’ ad affezionarmi a nessuno?”. Sai bene che non puo’ essere cosi.
Se non ti riconosci piu’, se sai che essere cosi fredda non e’ nel tuo carattere, allora sai anche che prima o poi questa fase passera’. Non farti prendere dall’angoscia, chiedi aiuto ad uno psicologo se senti di non farcela da sola. Ma non farti venire ripensamenti sul passato, non credere che quello che hai passato ti abbia rovinato, supera anche la rabbia nei confronti di quello. Se ora sei come sei e’ perche’ questa e’ una fase indispensabile per te stessa e per la donna in continua evoluzione che c’e’ dentro di te. Non sei un robot senza sentimenti, perche’ gia’ il fatto di metterti in discussione su questo indica che dei sentimenti li hai. Sono solo un po’ assopiti, vanno ricoltivati con amore prima verso te stessa e pian piano riuscirai ad aprirti anche agli altri.
CARPE DIEM – LA MIA STORIA
Mi capitava spesso di pensare che essere sensibile e’ una condanna. Quando una persona sensibile cade nella trappola di un narcisista manipolatore, la sua autostima si sbriciola in mille pezzi, crollano tutte le certezze sotto il peso di una persona che credeva amata. Per questo mi davo delle colpe, dicendomi che non avrei dovuto essere cosi sensibile, cosi non sarei mai caduta innamorata ai piedi di questa persona.
Dopo aver superato la dipendenza emotiva, mi sono ritrovata a fare i conti con una me che non riusciva piu’ a provare nulla: mi spaventava, mi accorgevo di non essere me stessa, sentivo che non provare piu’ nulla era sbagliato, non ero davvero io, nonostante tutto volevo tornare ad essere quella di un tempo, anche se avevo paura che cosi facendo sarei potuta ricadere in qualche relazione “sbagliata”. Ma mi sono fatta coraggio e mi sono detta che dovevo cogliere l’attimo, imparare a convivere anche con questa nuova me stessa, mettendomi alla prova e conoscendo limiti e possibilita’ di una persona anaffettiva mi avrebbe aiutato a trasformarmi ancora una volta e a raggiungere la me stessa che volevo davvero essere: non quella del passato, ma una donna consapevole e fiera delle sue esperienze da cui ha imparato tanto.
Dentro di me coltivo un fiore importante, che non aspetta altro di essere colto da una persona che andrà oltre ogni meccanismo di difesa o barriera da me innalzato, e’ il fiore della nuova me, pronto a svelare al mondo quanto amore io sia ancora in grado di dare.
Articolo di Giovanna Paninformi
bello…