“La rabbia sta alle persone come la benzina sta alle automobili: è il carburante che ci fa raggiungere un posto migliore”

M.Gandhi

 

 

A cosa serve litigare? A cosa serve la rabbia? Quante volte tu stessa o le persone che hai intorno ti portano a formulare queste domande!
Bene, sicuramente davanti ad un interlocutore che non vuole capire, ad un narcisista perverso o ad un violento, intraprendere una conversazione che va avanti a suon di animata rabbia è controproducente.

Unica soluzione, LA FUGA (lo diciamo sempre!).

 

Ma nel quotidiano vivere, la rabbia e l’espressione di essa in modalità sana sono fondamentali. Prendere contatto con la tua rabbia, capire da dove viene e viverla per poi tornare alla serenità è un atteggiamento normalissimo. Benefico.

Come sostiene lo psicologo Ekman e come ci ricorda il cartone animato Pixar “Inside out” (l’hai visto? a me è piaciuto tantissimo!), la rabbia è una delle emozioni primarie; è un emozione universale ed è presente dentro di noi già dalla nascita.
Specifico: senza differenza di genere, sia nell’uomo che nella donna.

Ho deciso di trattare questo tema in relazione al fatto che, in più ambiti, viene chiesto a noi donne – più o meno esplicitamente – di non arrabbiarci, di non lamentarci e di non andare“contro”. Secondo l’ideologia tradizionale, la donna dovrebbe essere sempre gentile ed affettuosa, pena l’essere giudicata come “poco femminile”. Tutto questo fa venire meno al tuo diritto di arrabbiarti, di conseguenza al tuo diritto di opinione discordante.

Sono molte le donne a cui è stato detto che “c’è qualcosa che non va” in loro nel momento in cui non si sono dimostrate disponibili e affettuose;
Sono tante le bambine alle quali, tutt’oggi, viene insegnato ad essere costantemente “carine”, per poter essere giudicate – in futuro – delle “vere” signorine; Sembra che sia un doveroso compito femminile dispensare in modo assoluto e continuo gentilezza, positività e affetto.

Ancora oggi, quando una donna si arrabbia in pubblico, viene guardata come se assumesse un atteggiamento disdicevole e talvolta, senza mezze misure, additata come “matta”;

Tutte le volte che viene giudicata come negativa una tua naturale reazione di disappunto non ritenerti sbagliata, soprattutto non pensare mai che è
“nella tua natura” non dover perdere la calma.

Ecco 3 buoni motivi per dire di NO alla dovuta carineria femminile:

• La femminilità è costituita prima di tutto dalla naturalezza; nessun essere umano che reprima le proprie emozioni fino a diventare artificiale può essere considerato
FEMMINILE.

• Non esprimere la tua rabbia per timore di non essere considerata abbastanza donna nuoce al tuo stato di salute perché ti porta alla passività e alla lenta sparizione di quello che sei.

• Tutte le volte che sei molto arrabbiata ma passi sopra al tuo stato negandolo e/o coprendolo dimostrando falsa comprensione e amorevolezza, alimenti la
frustrazione, mortifichi te stessa, concorri a far venire meno il tuo diritto di esprimere quello che pensi realmente.

Molte volte la rabbia non espressa davanti ad una persona che non ci rispetta, un familiare o un’ingiustizia, corre il rischio di diventare rammarico e aggressività che si finisce per riversare verso noi stesse; altrettante volte può trasformarsi in ansia, nervosismo o depressione.

Se è vero che qualcosa ti disturba, è assurdo non essere arrabbiata per timore di essere giudicata o apparire sbagliata. Molte volte esprimere un punto di vista contrario, arrabbiarsi e parlare con disappunto ha successivamente portato alla serenità e ristabilito degli equilibri; non sempre la rabbia è un
emozione negativa.

Per ultimo (ma non meno importante), c’è un affermazione sempreverde, un grande classico che dimostra quanto ancora la collettività rigetta la rabbia e il malumore femminile…arriva spesso dopo i momenti di sfogo – stupida e ridondante – oramai quasi scontata:

“ma hai le tue cose oggi?”

BEH, SI. Direi che è proprio una COSA TUA poter manifestare liberamente quello che pensi! 🙂

Articolo di Patrizia Laporta