“A volte è necessario ritirarsi da una battaglia,
ma ciò non vuol dire che non sia
ancora possibIle vincere la guerra”Y.Takumi
Regola numero 1:
mai restituire al mittente (vita) le tue giornate ancora incelophanate.
Ossia – vivi più che puoi nonostante le delusioni.
Sopra ogni dolore,
nel grigio dell’incertezza,
nel verde della rabbia,
nel giallo della gelosia,
(continua pure la lista con tutti colori dell’arcobaleno..) VIVI !
Vivere non vuol dire passare sopra ai propri stati d’animo o fingere di essere felice, ma semplicemente non fermarsi più del dovuto.
A volte è più utile farsi il famoso “esame di coscienza” al contrario.
La domanda non è più“cosa ho sbagliato?” ma è “cosa non ho fatto?”.
Ci sono momenti in cui a causa dei propri dolori irrisolti o di terze persone, ci si ferma per molto tempo.
Comprensibile ma anche sottilmente pericoloso.
Sono momenti che all’inizio vengono additati come bisogno di “riposo e distanza”, ma nascondono la mancanza di stimoli e di fiducia nel futuro.
All’estremo: Dante la chiamava “accidia”, io per semplicità preferisco chiamarla apatia – stato di totale indifferenza verso tutto.
Non permettere a nessun evento o persona di renderti indifferente verso le tue passioni e le cose belle della vita; non permettere a nessuno di annientare la tua attese di positività.
Le persone indifferenti e apatiche sono quelle principalmente non aspettano più niente e lentamente perdono la loro sensibilità e la loro capacità di donare amore a discapito di uno stato pressoché “anestetizzato” del vivere (ecco come riconoscerle!).
Sicuramente non dobbiamo avere aspettative, ma come esseri umani abbiamo bisogno di attese. Di qualcosa che stimoli la nostra esistenza ricordandoci che le cose belle stanno per arrivare o che potremmo sicuramente viverle ancora.
Non ti far raffreddare dall’indifferenza che emerge dopo la delusione, si allontana con un colpo di volontà!
Anzitutto guardati in giro: non sei la sola che traballa davanti al dolore.
Secondo di poi: certamente c’è un livello di sopportazione, ma superato quello, ci si ribella.
In un post ho letto “RI-BELLARSI” come “tornare al bello”; direi che è fantastico potersi permettere di ribellarsi all’indifferenza per ritrovare
un calore proprio e autentico.
Mai permettere agli eventi di prendere dominio sulla tua vita.
Articolo di Patrizia La Porta
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